E u t o n i a

Metodo Alexander

eu|to|nì|a

TS med., tono muscolare o nervoso normale

 

eutonìa
sf. [sec. XIX; dal greco eutonía, sforzo, vigore]. Termine usato da Anassagora per indicare tensione, forza motrice; negli stoici è la forza dell'aria e del fuoco. Ha anche un significato morale per designare la tensione dell'anima verso l'azione buona.

 

Eu : armonia                                                                                         Tonos: tensione

Metodo finalizzato all'ottenimento del movimento naturale del corpo umano attraverso il mezzo della tensione armonica.

 

Cos'è l'eutonia

L'eutonia ricerca l'equilibrio fisico attraverso la postura, il tono muscolare, la presa di coscienza della propria immagine corporea.
Gli esercizi della pratica eutonica stimolano la consapevolezza del proprio corpo sia in situazioni passive che attive.
Si cerca di arrivare ad una armonia totale del proprio essere ed ad avere una tonicità muscolare il più possibile equilibrata con un buon adattamento alle varie situazioni della vita quotidiana.
Tra gli obiettivi maggiori vi è quello di giungere ad una percezione fine delle proprie sensazioni e una disponibilità all'ascolto dei propri stimoli somatici secondo modi e tempi diversi per ciascun individuo.
Tra i riscopritori del metodo eutonico vi sono musicisti, ballerini, attori a dimostrazione della consapevolezza della propria dimensione fisica e della sua correlazione con la sfera psichica che con il metodo si riesce a raggiungere.

La storia dell'eutonia e del metodo Alexander

Il termine di Eutonia fu adottato da Gerda Alexander su suggerimento di un suo collaboratore, il dr. Bartussek.
Gerda Alexander nacque in germania nel 1908, fu professoressa di musica e ritmica, a 20 anni le venne diagnosticata una insufficienza cardiaca grave che le lasciava pochi mesi di vita. Decise quindi di prolungare questa "scadenza" vivendo il meglio possibile con il minor dispendio di energie
Secondo l'autrice l'Eutonia mira ad educare l'uomo alla percezione fisica e mentale. Il metodo si propone di far percepire lo stato di tensione ( tono), rimuovere i blocchi causati dalla tensione, tradurre le tensioni parziali in tono di flessibilità generale ( tensione armonica).
Da questa idea nacque finalmente, nel 1964, dopo moltissimi studi , in maniera ufficiale il protocollo di base del metodo dell'eutonia, Gerda Alexander compiva in quell'anno 56 anni.

Le posizioni eutoniche

Alla conclusione degli esercizi propedeutici per una corretta comprensione del lavoro eutonico si passa allo studio ed alla applicazione delle 12 posizioni di controllo dell'eutonia.

Tali posizioni posturali permettono di riconoscere in ogni momento eventuali alterazioni delle tensioni armoniche raggiunte attraverso l'applicazione della disciplina.

Le 12 posizioni sono quindi un arrivo finale che permette all'allievo di essere indipendente e poter controllare sempre il proprio stato di equilibrio psico-muscolare;
esse infatti racchiudono semplicemente tutte le catene muscolare corporee, dagli arti inferiori agli arti superiori.

Chi conduce il lavoro eutonico?

Il lavoro segue i ritmi ed i necessari tempi degli allievi; è quindi l'allievo stesso, capace di comprendere sempre più finemente il proprio tempo biologico, a dettare lo schema della lezione.

La conduzione altresì si deve avvalere di un professionista del settore, dal momento che molto spesso il lavoro eutonico si avvicina a tutto il grande complesso delle anti-ginnastiche essenziali nel protocollo rieducativo di moltissime casistiche cliniche, per non parlare dell'approccio riabilitativo in tantissimi casi di post-infortunio o post-operazione .
Solitamente il lavoro con l'eutonia si svolge in gruppi di massimo 12 persone oppure privatamente con rapporto 1:1.